Cos’è il Diritto Ambientale e perché è sempre più importante
Chiamato anche Diritto dell’Ambiente, il Diritto Ambientale è una specifica branca del Diritto specializzata nella protezione e salvaguardia sovranazionale, nazionale e regionale dell’ambiente.
Nella sua forma attuale, il Diritto Ambientale ha preso forma negli anni Ottanta e può quindi essere definito una specializzazione relativamente recente, che si è mossa di pari passo con il tema della protezione delle risorse naturali, degli ecosistemi e della salute diventando sempre più centrale con il trascorrere del tempo.
In termini più specifici, soltanto nella seconda metà degli anni Ottanta la questione della gestione dell’inquinamento si è delineata in una disciplina più organica e coerente. La ragione è da addursi a un’esigenza sempre più pressante di migliorare la qualità della vita delle persone sia in funzione dell’emergenza ambientale che del boom economico avvenuto a partire dal termine della Seconda Guerra Mondiale.
La politica ambientale a livello europeo e in Italia
A livello europeo, la politica ambientale mira a salvaguardare, tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, vigilando contestualmente sulla salute umana e utilizzando le risorse naturali disponibili in modo razionale e intelligente. Contestualmente, tale approccio si propone di risolvere in modo concreto le problematiche dell’ambiente.
Particolarmente degne di interesse sono la Direttiva Quadro sulle Acque dell’Unione europea adottata nel 2000, con il suo approccio pionieristico alla tutela delle risorse idriche e mirato a migliorare la qualità di fiumi, laghi, acque sotterranee e costiere; La Direttiva Uccelli istituita addirittura nel 1979 e la Direttiva Habitat, entrambe finalizzate alla protezione della biodiversità e relative a ben 30.000 siti in tutta Europa.
Secondo il sito del Parlamento Europeo, “la politica dell’Unione in materia di ambiente si fonda sui principi della precauzione, dell’azione preventiva e della correzione alla fonte dei danni causati dall’inquinamento, nonché sul principio «chi inquina paga». I programmi pluriennali di azione per l’ambiente definiscono il quadro per l’azione futura in tutti gli ambiti della politica ambientale. Essi sono integrati in strategie orizzontali e sono presi in considerazione nell’ambito dei negoziati internazionali in materia di ambiente. La politica ambientale è stata recentemente messa al centro dell’elaborazione delle politiche dell’UE e la Commissione europea ha varato il Green Deal europeo, il principale motore della sua strategia di crescita economica.”
Il Green Deal europeo mira ad accrescere il benessere a migliorare la salute dei cittadini e delle generazioni future, puntando in particolar modo sulla biodiversità e la pulizia di acqua, aria e suolo; sul rinnovamento e l’efficientamento energetico degli edifici; sulla disponibilità di cibo sano e relativa accessibilità economica; sull’implementazione dei trasporti pubblici; sull’innovazione tecnologica ed energetica; sul riciclo e riutilizzo; sulla formazione delle competenze professionali adeguate alla transizione; sulla competitività e resilienza dell’industria a livello globale.
In Italia, invece, il Diritto Ambientale fa riferimento a numerosissimi atti normativi e, in particolare, al Testo Unico Ambientale – ossia il Decreto Legislativo n.152 del 2006. Quest’ultimo si focalizza sulla tutela dell’ambiente e sulla gestione dei rifiuti, e si compone di un totale di 138 articoli e di 45 allegati.
Soggetto a numerose modifiche e integrazioni nel corso degli anni, è suddiviso in diverse sezioni tematiche, di seguito elencate:
- Parte I: Disposizioni comuni e principi generali
- Parte II: VAS, VIA, AIA
- Parte III: Difesa del suolo, tutela delle acque, gestione delle risorse idriche
- Parte IV: Gestione dei rifiuti, bonifica dei siti inquinati
- Parte V: Tutela dell’aria, riduzione delle emissioni in atmosfera
- Parte V-bis: Disposizioni per particolari installazioni
- Parte VI: Danni all’ambiente
- Parte VI-bis: Ecoreati
Tra le altre fonti del diritto italiano che si occupano dell’ambiente (che, lo ricordiamo, ha introdotto nella Costituzione il concetto di ambiente soltanto nel 2001), andranno tenuti in considerazione naturalmente anche i decreti legge, le Leggi, i DPR e le leggi regionali, così come i decreti ministeriali e interministeriali, e addirittura i provvedimenti amministrativi di natura normativa o interpretativa come le circolari ministeriali, che possono rivelarsi particolarmente utili a livello operativo nel “pot-pourri” delle tante indicazioni ancora piuttosto disordinate cui si fa attualmente riferimento a livello nazionale.
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Cosa significa “ambiente” a livello giuridico e cos’è il “danno ambientale”
Il termine “ambiente” ha per sua natura moltissime accezioni ma, in ambito giuridico, fa riferimento a un bene unitario e immateriale in relazione a cui si configurano interessi individuali, collettivi e pubblici.
Ed è proprio sulla base di questa definizione che è possibile inquadrare il concetto di “danno ambientale”. Secondo la Direttiva Europea 2004/35/CE che ha istituito un quadro giuridico per la responsabilità ambientale, con il termine “danno ambientale” si fa riferimento al danno causato a specie e habitat protetti; al danno alle acque inteso come qualunque evento che incida in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo o il potenziale ecologico delle acque interne (sia superficiali che sotterranee), nonché sullo stato ambientale delle acque marine; e al danno al terreno inteso come contaminazione con rischio sulla salute umana.
Il danno è quindi interpretabile come una modificazione negativa di una risorsa naturale oppure come il suo deterioramento, sia diretto che indiretto.
In termini di applicazione, la direttiva indica come danno ambientale qualunque azione causata da attività professionali (specificamente, da quelle elencate nell’allegato III) e le minacce imminenti che a tali attività possano fare riferimento, ma anche il danno alle specie e agli habitat naturali protetti generato da attività non parte dell’elenco, e relative minacce.
Quali sono i principi generali per la tutela dell’ambiente?
Tornando al Testo Unico Ambientale menzionato in precedenza, è importante sottolineare che esso definisce anche una serie di principi generali mirati alla tutela dell’ambiente, così suddivisi:
- Il principio dell’azione ambientale: la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi naturali e il patrimonio culturale devono essere garantiti in Italia da tutti gli Enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche, sia pubbliche che private. In questo senso, l’azione dovrà seguire i principi della precauzione, dell’azione preventiva e della correzione: in pratica, il buonsenso!
- Il principio dello sviluppo sostenibile: viene definito come lo sviluppo economico che soddisfa le esigenze delle generazioni presenti senza compromettere quelle delle generazioni future.
- I principi di sussidiarietà e di leale collaborazione: comportano l’esistenza delle condizioni minime ed essenziali a garantire la tutela dell’ambiente sull’intero territorio nazionale, con l’adozione di forme di tutela giuridica regionali o locali ma anche con il coinvolgimento dello Stato laddove richiesto o necessario.
Perché il Diritto Ambientale è importante ora più che mai, soprattutto per le aziende
È facile intuire perché il ruolo del Diritto Ambientale sia, in tempi recenti, diventato sempre più centrale. Rispetto al passato, in cui un reale concetto di normativa ambientale non esisteva e si ricorreva al diritto penale o amministrativo in caso di danni all’ambiente, l’accrescimento di una “coscienza ambientale” sempre più articolata e diffusa ha spinto il Legislatore a predisporre opportuni strumenti di legge che riguardano tutti, dalla Pubblica Amministrazione alle imprese, fino ai singoli cittadini.
Ad oggi, la “questione ambiente” è inevitabilmente di interesse collettivo in relazione alla molteplicità di problematiche da gestire: dal riscaldamento globale all’inquinamento dei mari, dal depauperamento delle risorse naturali fino ai danni all’ecosistema, dalla gestione dei rifiuti alla protezione della biodiversità, dall’inquinamento acustico e dell’aria alla tutela delle risorse idriche.
La regolamentazione progressivamente più precisa della tutela ambientale da parte della legislazione italiana ed europea ha reso questa tematica particolarmente importante per le organizzazioni di qualunque livello. Si pensi ad esempio a un’azienda che desidera avviare un nuovo impianto produttivo: dovrà necessariamente sottostare in via preventiva a una specifica valutazione di impatto ambientale. Allo stesso tempo, qualunque attività professionale che potrebbe generare un danno all’ambiente viene oggi controllata sia prima di essere intrapresa che durante il suo svolgimento da organi competenti, così che eventuali illeciti ambientali possano essere correttamente individuati e risolti.
Il Diritto Ambientale incide quindi moltissimo sulle scelte industriali pubbliche e private: con il progresso tecnologico e le sempre più pressanti esigenze di tutela degli ecosistemi, nonché in virtù della presenza di normative sempre più stringenti e di sanzioni sempre più pesanti, si è profondamente modificato il modo di concepire le attività produttive e le opere pubbliche.
Studio Legale Stella ha seguito, nel corso degli anni, numerosi procedimenti penali relativi a delitti contro la pubblica incolumità e la salute pubblica, nonché illeciti contravvenzionali di vario tipo previsti sia dalla normativa codicistica che dalla normativa di settore, inclusa la legislazione speciale in materia ambientale.
Quotidianamente, assistiamo società italiane e multinazionali in procedimenti penali relativi a incidenti industriali, in grado di produrre effetti anche in relazione alla pubblica incolumità: contattaci per ricevere una consulenza.
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