Il reato di inquinamento ambientale è il primo dei delitti contro l’ambiente che troviamo citato nel Codice Penale: si trova nel libro secondo, al titolo VI bis, introdotto in seguito all’intervento legislativo del 2015, con l’art. 1 della Legge n. 68 del 22 maggio 2015.
Più nello specifico, facciamo riferimento all’articolo 452-bis che lo definisce e descrive: scopriamo così che il reato di inquinamento ambientale è configurabile in modo molto ampio, cosicché il legislatore possa punire con particolare severità le diverse condotte.
L’articolo 452-bis del Codice Penale stabilisce quanto segue:
“È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:
1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;
2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.
Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.”
Attualmente, il reato di inquinamento ambientale è quindi punito in modo molto severo dalla legislazione italiana laddove venga accertato che sia altamente lesivo nei confronti dell’ambiente anche in assenza di veri e propri eventi catastrofici: ciò significa che non è necessario che si verifichi un disastro perché la condotta venga sanzionata, né che quest’ultima comporti una lesione alla vita umana.
Il reato di inquinamento ambientale è un cosiddetto delitto a forma libera, ossia che si configura sia nel caso di un comportamento attivo, vale a dire un’azione vera e propria, sia di un’omissione quando tali condotte determinino una compromissione o un significativo e quantificabile deterioramento dell’ambiente.
Cosa significa compromettere l’ambiente? Essenzialmente, equivale a modificarlo in peggio e in modo irreversibile (la compromissione è “uno squilibrio funzionale che attiene alla relazione del bene aggredito con l’uomo e ai bisogni o interessi che il bene medesimo deve soddisfare”, secondo la sentenza 15865/2017 della Cassazione Penale).
La parola “deterioramento” identifica invece una conseguenza più lieve, ma non per questo meno negativa, ai danni dell’ambiente inteso come acqua, aria, porzioni estese e significative di suolo o sottosuolo, ma anche biodiversità vegetale o animale ed ecosistemi: rispetto alla compromissione, il deterioramento è infatti in genere reversibile (è “una riduzione della cosa che ne costituisce oggetto in uno stato tale da diminuirne in modo apprezzabile, il valore o da impedirne anche parzialmente l’uso, ovvero da rendere necessaria, per il ripristino, un’attività non agevole”, sempre secondo la sentenza sopraccitata).
Perché il reato di inquinamento ambientale si verifichi è sufficiente che venga riscontrato il dolo generico, ossia l’intento di commettere un abuso con la consapevolezza che tale abuso potrà causare un danno.
Circostanza aggravante del reato è considerato l’inquinamento prodotto all’interno di un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, storico, ambientale, artistico, archeologico o architettonico, così come nei confronti di specie animali o vegetali protette.
Reati ambientali e indagini di Polizia Giudiziaria
Alla Polizia Giudiziaria sono affidate le indagini su tutti i reati ambientali, incluso quello di inquinamento ambientale.
Una volta che la Polizia Giudiziaria acquisisce la notizia di reato, avrà l’obbligo di raccogliere gli elementi essenziali del fatto (prove) procedendo a sopralluoghi – e, più in generale, all’accesso – nel sito in cui l’evento si è verificato. Dovrà poi comunicare i propri riscontri al Pubblico Ministero, che iscriverà la notizia di reato nel registro degli indagati, un atto che segna l’inizio formale delle indagini preliminari.
La Polizia Giudiziaria è anche deputata ad acquisire autorizzazioni e atti amministrativi che permetteranno al Pubblico Ministero e poi al Giudice del processo di ricostruire l’iter dei procedimenti compiuti e l’acquisizione/rilevanza delle prove documentali.
Infine, come accennato, nell’accertamento dei reati ambientali la Polizia Giudiziaria rivestirà anche un importante ruolo testimoniale insieme ai consulenti tecnici nominati dal Pubblico Ministero: vista la complessità della materia, è infatti essenziale la presenza di questi specialisti per interpretare correttamente prove e documenti prodotti.
Reati ambientali: il processo e le conseguenze per i responsabili
Il processo penale per reati ambientali può condurre alla responsabilità nei confronti di una o più persone fisiche – ad esempio figure apicali all’interno di un’azienda, come amministratori, direttori di stabilimento e manager – ma coinvolgere anche l’organizzazione nel suo complesso, causando una responsabilità dell’ente.
Si fa in questo senso riferimento al Decreto Legislativo 231/01 sulla Responsabilità Amministrativa da Reato, che può portare anche all’applicazione di misure quali la confisca e/o il sequestro preventivo del profitto del reato; la confisca di somme e beni dell’azienda; il sequestro per equivalente di beni dell’azienda come titoli, quote azionarie e liquidità; e nei casi più gravi addirittura il sequestro dell’azienda con la nomina di un amministratore giudiziario.
Avvocato specializzato in reato ambientale: una figura fondamentale per le aziende
In conclusione, considerando l’ampiezza e la complessità del reato di inquinamento ambientale e, più in generale, dei reati ambientali, è fondamentale che le aziende possano affidarsi all’esperienza di un avvocato specializzato nell’ambito del diritto penale ambientale così da ricevere consulenza, supporto e adeguata assistenza.
La consulenza di un avvocato penalista specializzato in Diritto Penale dell’Ambiente è quindi cruciale per le organizzazioni non soltanto per risolvere criticità già in essere, ma anche per avere la certezza di rispettare appieno tutte le norme legate alla tutela dell’ambiente.
Studio Legale Stella vanta un’esperienza e competenze pressoché uniche sul territorio italiano, in special modo per quanto riguarda procedimenti penali attinenti a fattispecie di reati contro l’ambiente in realtà industriali e di reati contro la pubblica incolumità. Assistiamo società italiane e multinazionali e i loro amministratori e manager in procedimenti penali relativi a incidenti industriali e/o disastrosi, anche con potenziali effetti sulla pubblica incolumità.
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