Il primo atto che attesta l’avvio di un procedimento penale nei confronti di un soggetto è il verbale di identificazione e dichiarazione o elezione di domicilio con l’informazione di garanzia, per cui da quel momento è assolutamente necessario mettersi in contatto con un avvocato penalista.
Informazione di garanzia: perché rivolgersi subito ad un avvocato penalista
Il verbale di identificazione e la dichiarazione o elezione di domicilio
In particolare, in seguito alla commissione di un reato la Polizia Giudiziaria procede alla redazione del “verbale di identificazione e dichiarazione o elezione di domicilio ai sensi degli artt. 349 e 161 c.p.p. nonché informazione sul diritto di difesa ai sensi dell’art. 369 bis c.p.p. e informativa ai fini della conoscenza del procedimento” nei confronti del presunto autore che da quel momento apprende di essere indagato.
Come previsto dall’art. 349 c.p.p. comma 1 “La polizia giudiziaria procede alla identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini” e comma 3 “Quando procede alla identificazione, la polizia giudiziaria invita la persona nei cui confronti vengono svolte le indagini a dichiarare o a eleggere il domicilio per le notificazioni a norma dell’art. 161, nonché ad indicare il recapito della casa di abitazione, del luogo in cui esercita abitualmente l’attività lavorativa e dei luoghi in cui ha temporanea dimora o domicilio, oltre che ad indicare i recapiti telefonici o gli indirizzi di posta elettronica nella sua disponibilità”.
L’identificazione del soggetto indagato deve essere quindi completa di tutti i dati rilevanti ed è necessaria anche la dichiarazione o elezione di domicilio per le notificazioni che può essere presso la propria abitazione o il luogo dove si esercita l’attività lavorativa oppure presso il difensore di fiducia nominato o in assenza presso quello d’ufficio.
L’informazione di garanzia e i diritti dell’indagato
Secondo quanto previsto, poi, dall’art. 369 c.p.p. l’informazione di garanzia deve contenere “la descrizione sommaria del fatto, l’indicazione delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto e l’invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia”.
Il soggetto indagato può, dunque, già in questa fase nominare un difensore di fiducia oppure se non è in grado, non intende o si riserva di nominarlo, viene immediatamente individuato un difensore d’ufficio mediante il competente Consiglio dell’Ordine.
Tale scelta al momento della redazione del verbale di identificazione con informazione di garanzia non preclude in alcun modo al soggetto indagato di rivolgersi comunque successivamente ad un avvocato penalista di fiducia.
Nella prassi, infatti, un soggetto che apprende per la prima volta di essere indagato spesso non dispone di un immediato riferimento di un avvocato penalista da nominare, per cui potrà attivarsi anche in seguito al fine di individuare il proprio difensore di fiducia.
Inoltre, in questa fase il soggetto indagato ha il diritto di ricevere l’informazione sul diritto di difesa che deve contenere, secondo quanto previsto dall’art. 369 bis comma 2 c.p.p., “a) l’informazione dell’obbligatorietà della difesa tecnica nel processo penale, con l’indicazione della facoltà e dei diritti attribuiti dalla legge alla persona sottoposta alle indagini; b) il nominativo del difensore d’ufficio e il suo indirizzo e recapito telefonico; c) l’indicazione della facoltà di nominare un difensore di fiducia con l’avvertimento che, in mancanza, l’indagato sarà assistito da quello nominato d’ufficio; d) l’indicazione dell’obbligo di retribuire il difensore d’ufficio ove non sussistano le condizioni per accedere al beneficio di cui alla lettera e) e l’avvertimento che, in caso di insolvenza, si procederà ad esecuzione forzata; d bis) l’informazione del diritto all’interprete ed alla traduzione di atti fondamentali; e) l’indicazione delle condizioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato”.
In conclusione, la redazione del verbale di identificazione con l’informazione di garanzia è un momento cruciale per il soggetto indagato che da quel momento dovrà necessariamente rivolgersi al proprio avvocato penalista.
È fondamentale per l’indagato attivarsi immediatamente già in questa fase e non attendere lo sviluppo del procedimento penale perché tramite l’intervento del proprio difensore potrà ricevere tutte le informazioni più rilevanti e soprattutto potrà impostare la propria strategia difensiva.
Studio Legale Stella: avvocati penalisti a Milano
Studio Legale Stella si distingue per l’alta specializzazione dei suoi professionisti in ogni ambito del diritto penale. Situato a Milano, lo studio offre un’assistenza legale di eccellenza, rivolta a chiunque necessiti di un supporto immediato e qualificato dopo aver ricevuto un’informazione di garanzia.
Gli avvocati penalisti di Milano dello Studio Legale Stella operano con un approccio personalizzato e strategico, garantendo consulenza immediata e analisi approfondita del caso specifico; massima trasparenza e costante aggiornamento sullo stato del procedimento penale; difesa tecnica accurata, dalla fase delle indagini preliminari fino all’eventuale giudizio.
Chi necessita del supporto di un avvocato penalista a Milano trova nello Studio Legale Stella il partner ideale per tutelare i propri diritti e strutturare una solida strategia difensiva. Grazie all’esperienza maturata nel tempo e alla profonda conoscenza del sistema giudiziario, lo studio è considerato un punto di riferimento per affrontare al meglio situazioni complesse in ambito penale.
Infortunio sul lavoro e controlli dell’ATS: come tutelarsi legalmente
Al giorno d’oggi il tema della salute e sicurezza sul lavoro assume un ruolo centrale all’interno delle aziende poiché le eventuali violazioni della normativa specifica di cui al d.lgs. n. 81/2008 possono portare a sanzioni anche di natura penale.
Nel caso in cui, poi, si verifichi un infortunio sul lavoro con una prognosi superiore ai 40 giorni (lesioni gravi o gravissime) o il decesso di un lavoratore, verrà avviato d’ufficio un procedimento penale.
L’organo competente per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro è l’ATS/ASL Regionale, che generalmente effettua controlli e sopralluoghi di propria iniziativa e svolge le indagini su delega dell’Autorità Giudiziaria.
Controlli ATS: ordinari o a seguito di un infortunio sul lavoro
L’attività ispettiva dell’ATS/ASL può essere ordinaria per la verifica del rispetto della normativa di cui al d.lgs. n. 81/2008 o può essere avviata a seguito di un infortunio sul lavoro; è, dunque, fondamentale per un’azienda gestire con attenzione sin da subito i rapporti con l’ATS/ASL di competenza.
In particolare, nel caso in cui l’ATS/ASL riscontri, a seguito di ispezione sui luoghi di lavoro, qualche violazione della normativa di cui al d.lgs. n. 81/2008 verrà redatto nei confronti dei soggetti responsabili dell’impresa un verbale di identificazione e un atto di contravvenzione e prescrizione con un termine per adempiere.
Se entro il medesimo termine, che può essere prorogato su richiesta motivata del contravventore, avviene l’adempimento alle prescrizioni impartite, l’Organo accertatore, dopo aver provveduto alla relativa verifica, comunica l’ammissione del soggetto responsabile al pagamento di un importo ridotto pari ad un quarto del massimo dell’ammenda prevista, da effettuarsi entro trenta giorni. L’adempimento alle prescrizioni impartite a seguito dei controlli dell’ATS/ASL e il conseguente pagamento delle sanzioni previste da parte del soggetto responsabile sono poi comunicate al Pubblico Ministero competente per la richiesta di archiviazione del procedimento penale relativo alle violazioni della normativa di cui al d.lgs. n. 81/2008.
Nell’ipotesi in cui i controlli dell’ATS/ASL avvengano a seguito di un infortunio sul lavoro, oltre alla verifica di eventuali violazioni della normativa di cui al d.lgs. n. 81/2008 con la procedura menzionata, l’Organo accertatore si occuperà di svolgere le indagini su delega dell’Autorità Giudiziaria per individuare le cause ed i soggetti responsabili dei reati di lesioni personali colpose ex art. 590 c.p. e/o di omicidio colposo ex art. 589 c.p., per cui verrà preliminarmente redatto un verbale di identificazione. L’attività d’indagine svolta dall’ATS/ASL confluirà poi in una relazione di infortunio sul lavoro che verrà depositata unitamente ai documenti allegati presso la Procura della Repubblica competente. Sulla base di tali atti d’indagine, il Pubblico Ministero esprimerà le proprie valutazioni in merito alla prosecuzione del relativo procedimento penale nei confronti dei soggetti responsabili dell’impresa.
Infortunio sul lavoro: l’importanza di un’assistenza legale specializzata
In considerazione di ciò, è fondamentale per le imprese affidarsi ad avvocati specializzati in materia di salute e sicurezza sul lavoro che possano sin da subito interfacciarsi con l’ATS/ASL di competenza al fine di verificare la documentazione rilevante da produrre all’Organo accertatore e le modalità di adempimento alle prescrizioni impartite, in caso di violazioni della normativa di cui al d.lgs. n. 81/2008. Inoltre, i professionisti specializzati in materia di salute e sicurezza sul lavoro potranno fornire l’assistenza e difesa necessaria ai soggetti responsabili dell’impresa per l’eventuale procedimento penale in caso di infortunio sul lavoro.
Infine, è utile ricordare che nel caso in cui si verifichi un infortunio sul lavoro con lesioni gravi o gravissime o il decesso di un lavoratore, gli artt. 589 e 590 c.p. prevedono entrambi la procedibilità d’ufficio dei reati per cui verrà avviato un procedimento penale anche in assenza di denuncia-querela della persona offesa.
Consulenza e pareri legali sui reati tributari: l’esperienza di Studio Legale Stella
Nel nostro precedente articolo abbiamo spiegato cosa sono i reati tributari, quali condotte illecite includono e quali sanzioni prevedono; la disciplina è dettata dal Decreto Legislativo 74/2000, che specifica le diverse tipologie di reato e le sanzioni ad esse connesse.
Come è facile intuire, la materia è senza dubbio complessa e dal momento che le aziende sono, oggi più che mai, chiamate a garantire una gestione puntuale del rischio penale connesso alle loro attività economiche, incluse quelle fiscali, l’assistenza continuativa di uno studio legale specializzato in tale settore si rivela indispensabile.
Studio Legale Stella offre alle aziende clienti consulenza legale preventiva e assistenza nelle materie del Diritto Penale d’Impresa e del Diritto Penale Tributario, supportando gli imprenditori e i manager al fine di prevenire possibili reati tributari e di gestire eventuali procedimenti penali in corso.
Per approfondire l’importanza che i pareri legali possono avere nella gestione di qualunque impresa, ti rimandiamo a questo contenuto dedicato.
Studio Legale Stella: la nostra esperienza nel Diritto Penale d’Impresa e nel Diritto Penale Tributario
Studio Legale Stella ha maturato, nel corso degli anni, esperienze e competenze specifiche sia nel Diritto Penale d’Impresa che nel Diritto Penale Tributario.
Come professionisti del Diritto Penale d’Impresa, ci siamo occupati di numerosi procedimenti penali relativi a reati della “criminalità d’impresa“, noti anche come “white collar crimes”.
In particolare, la nostra esperienza nel Diritto Penale Tributario è il risultato della partecipazione a svariati procedimenti penali per reati tributari nei confronti di amministratori di società e delle altre figure responsabili.
Richiedi subito la consulenza dei nostri professionisti per ridurre il rischio di commissione dei reati tributari o per gestire eventuali procedimenti penali in corso.
Cybersicurezza e reati informatici: ecco le recenti modifiche normative
È stata recentemente approvata la Legge 28 giugno 2024 n. 90, “Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici”, con la finalità di rafforzare le misure nazionali in materia di cybersicurezza e di prevenire e punire maggiormente i reati informatici.
Cosa sono e quali sono i reati informatici
La definizione di reato informatico può essere così riassunta: un’attività illecita che sfrutta le tecnologie informatiche e le reti digitali per compiere azioni che danneggiano persone fisiche, aziende e istituzioni.
Esistono diverse tipologie di condotte riconducibili ai reati informatici. Le più comuni includono:
- Hacking: è l’accesso non autorizzato a sistemi o reti informatiche.
- Phishing: si tratta di frodi attraverso e-mail o siti web ingannevoli che hanno come obiettivo il furto di dati personali.
- Malware: consiste nella diffusione di software dannosi come virus, ransomware e spyware.
- Cyberstalking: si definisce in questo modo la persecuzione online tramite molestie o minacce.
- Spionaggio informatico: definibile come la raccolta di informazioni riservate da parte di entità non autorizzate.
- DoS: acronimo di Denial of Service, consiste nel sovraccarico di un sistema per renderlo inaccessibile agli utenti legittimi.
Reati informatici e conseguenze sulla reputazione aziendale
I reati informatici possono causare danni reputazionali significativi alle aziende. Un attacco informatico come la violazione dei dati può infatti portare al furto di informazioni sensibili o brevetti, compromettendo la fiducia di clienti, fornitori e partner commerciali.
Le conseguenze di tali reati non sono soltanto reputazionali: oltre ai danni all’immagine del marchio, possono anche includere la perdita di clienti o un calo delle vendite. Inoltre, le aziende colpite da reati informatici si trovano spesso a dover affrontare costi elevati per la gestione della crisi e per il miglioramento delle misure di sicurezza informatica.
Cybersicurezza e reati informatici: le novità della Legge 28 giugno 2024 n. 90
La recente Legge 28 giugno 2024 n. 90 si articola in due capi, il primo (articoli da 1 a 15) che si occupa delle novità in materia di cybersicurezza e il secondo (articoli da 16 a 23) che introduce diverse modifiche in materia di reati informatici e di coordinamento degli interventi in caso di attacchi a sistemi informatici o telematici.
Nel dettaglio, le novità introdotte dal primo capo della Legge n. 90/2024 mirano a:
- ampliare la platea dei soggetti su cui vige l’obbligo di notifica degli incidenti rilevanti in materia di cybersicurezza;
- migliorare le modalità e le tempistiche degli interventi risolutivi da parte dei soggetti obbligati in caso di segnalazioni puntuali dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale in merito a specifiche vulnerabilità;
- introdurre all’interno delle Pubbliche Amministrazioni strutture a presidio della cybersicurezza con un referente che abbia la funzione di punto di contatto unico con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale;
- adottare l’utilizzo da parte delle Pubbliche Amministrazioni di soluzioni crittografiche adeguate rispetto alle linee guida adottate dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale;
- assegnare all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale il potere di effettuare verifiche ed irrogare sanzioni;
- tutelare la disciplina dei contratti pubblici di beni e servizi informatici impiegati per interessi nazionali strategici.
Le numerose modifiche introdotte dal secondo capo della Legge n. 90/2024 riguardano invece:
- un aumento delle pene previste dall’art. 615-ter c.p. (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico);
- un aumento delle pene previste dall’art. 615-quater c.p. (detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici);
- l’abrogazione dell’art. 615-quinquies c.p. (detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico);
- un aumento delle pene previste dall’art. 617-bis c.p. (detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche);
- un aumento delle pene previste dall’art. 617-quater c.p. (intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche);
- un aumento delle pene previste dall’art. 617-quinquies c.p. (detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e di altri mezzi atti a intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche);
- un aumento delle pene previste dall’art. 617-sexies c.p. (falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche);
- il nuovo art. 623-quater c.p. (circostanze attenuanti) con la previsione di una diminuzione delle pene quando il fatto risulta di lieve entità e la previsione di una diminuzione delle pene dalla metà a due terzi per chi si adopera per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori;
- una modifica dell’art. 629 c.p. (estorsione) con l’inserimento del comma 3 che include le condotte previste dai reati informatici;
- un aumento delle pene previste dall’art. 635-bis c.p. (danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici) e la modifica del comma 2;
- una modifica complessiva dell’art. 635-ter c.p. (danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici pubblici o di interesse pubblico);
- un aumento delle pene previste dall’art. 635-quater c.p. (danneggiamento di sistemi informatici o telematici) e la modifica del comma 2;
- il nuovo art. 635-quater1 c.p. (detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico);
- una modifica complessiva dell’art. 635-quinquies c.p. (danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblico interesse);
- il nuovo art. 639-ter c.p. (circostanze attenuanti) con la previsione di una diminuzione delle pene quando il fatto risulta di lieve entità e la previsione di una diminuzione delle pene dalla metà a due terzi per chi si adopera per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori;
- la modifica dell’art. 640 c.p. (truffa) con l’inserimento del comma 2-ter se il fatto è commesso mediante strumenti informatici o telematici idonei ad ostacolare la propria o altrui identificazione (c.d. truffa informatica);
- alcune modifiche al codice di procedura penale ed all’art. 24-bis del D.Lgs. n. 231/2001 (delitti informatici e trattamento illecito di dati) con un aumento delle pene previste per l’ente.
Alla luce di tali novità e modifiche introdotte dalla Legge n. 90/2024, è evidente che le tematiche connesse alla cybersicurezza e ai reati informatici assumono un ruolo sempre più centrale al giorno d’oggi: per tale ragione, è opportuno che sia le persone fisiche che le aziende si affidino a professionisti legali competenti in materia per conoscere gli eventuali rischi e tutelarsi nella maniera più efficace, sia in sede stragiudiziale che – eventualmente – in sede giudiziale.
Traffico illecito di rifiuti: definizione e normativa di riferimento
Nei nostri articoli legati al Diritto Penale Ambientale, abbiamo affrontato più volte l’ampia tematica dei delitti contro l’ambiente approfondendo le diverse fattispecie di reato – come ad esempio l’inquinamento ambientale o il disastro ambientale – ed evidenziando altresì l’importanza dei pareri legali mirati in questo settore.
Tra i più noti ecoreati previsti dal Codice Penale, specialmente perché frequentemente connesso alle cosiddette “ecomafie”, figura il traffico illecito di rifiuti.
Il traffico illecito di rifiuti: l’articolo 452-quaterdecies del Codice Penale
Il traffico illecito di rifiuti si caratterizza per le sue gravi conseguenze non solo a livello ambientale, ma anche sanitario ed economico.
Nel nostro ordinamento, tale fattispecie è punita dall’art. 452-quaterdecies del Codice Penale, che parla specificamente di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”.
In particolare, l’articolo 452-quaterdecies c.p. stabilisce che:
“1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni.
- Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della reclusione da tre a otto anni.
- Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli articoli 28, 30, 32-bis e 32-ter, con la limitazione di cui all’articolo 33.
- Il giudice, con la sentenza di condanna o con quella emessa ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, ordina il ripristino dello stato dell’ambiente e può subordinare la concessione della sospensione condizionale della pena all’eliminazione del danno o del pericolo per l’ambiente.
- È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono a commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il profitto del reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato. Quando essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca.”
In estrema sintesi, la norma sanziona in modo severo le condotte di gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti e, in particolare, quelle connotate da una struttura di tipo imprenditoriale, ovvero con caratteristiche di organizzazione, intenzionalità, abusività e continuatività della condotta illecita.
È inoltre importante sottolineare che il termine “traffico di rifiuti” si riferisce in questo caso a varie condotte (cessione, ricezione, trasporto, esportazione, importazione o gestione di grandi quantità di rifiuti), ossia ad una pluralità di operazioni supportata da un’organizzazione professionale che dispone di opportuni mezzi e capitali per tali attività.
La norma prevede poi un aumento della pena – da tre a otto anni di reclusione – in caso di rifiuti ad alta radioattività e la confisca obbligatoria delle cose che servirono a commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il profitto del reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.
In caso di condanna o di sentenza di patteggiamento, il Giudice deve ordinare il ripristino dello stato dell’ambiente e può concedere il beneficio della sospensione condizionale della pena subordinandola all’eliminazione del danno o del pericolo per l’ambiente.
Studio Legale Stella: specializzato in Diritto Penale Ambientale
Nell’ambito del Diritto Penale Ambientale, Studio Legale Stella ha maturato negli anni esperienze e competenze uniche in relazione a procedimenti penali connessi ai delitti contro l’ambiente nell’ambito di contesti industriali, assistendo società italiane e multinazionali, nonché i loro dirigenti e responsabili.
I professionisti dello Studio partecipano abitualmente a procedimenti penali connessi ai delitti contro l’ambiente, oltre a violazioni contravvenzionali di varia natura, previste sia dalla legislazione generale che da quella specifica in materia ambientale.
Contattaci per ricevere la consulenza dei nostri specialisti.
Reati ambientali nel settore chimico-farmaceutico: cosa sapere
Negli ultimi mesi abbiamo a più riprese approfondito l’argomento del Diritto Penale Ambientale, per sua natura intrinsecamente connesso all’ampia categoria dei reati contro l’ambiente. Considerata la sempre maggiore centralità di questo particolare ramo del diritto ed il numero degli ecoreati previsti dal nostro Codice Penale, è facile comprendere perché organizzazioni di ogni settore e livello stiano prendendo provvedimenti per evitare di incappare in problematiche legali relative a tale, complessa fattispecie di reato.
Altrettanto evidente è che le aziende operanti in alcune specifiche industrie debbano essere soggette a regolamentazioni e controlli interni particolarmente stringenti per diminuire drasticamente il fattore di rischio per l’ambiente e la collettività.
Uno di questi settori è senza dubbio quello chimico-farmaceutico che, per sua definizione, comprende tutte le attività relative alla ricerca, produzione e commercializzazione di sostanze chimiche o farmacologicamente attive, siano esse sintetiche o estrattive.
Il settore chimico-farmaceutico: un’industria complessa connessa ad ogni aspetto della nostra quotidianità
Il settore chimico-farmaceutico include l’insieme di processi e operazioni volto alla trasformazione della materia in prodotti e beni di utilizzo comune e quotidiano per tutti noi.
La chimica in particolare tracima in tutti gli aspetti della nostra vita, essendo a sua volta parte integrante anche di altre industrie come quella costruttiva, dell’energia, dei trasporti, e ovviamente della medicina e della farmacologia. In alcuni ambiti, tale stretta interconnessione risulta ancora più evidente: è il caso dell’industria petrolchimica, dell’Automotive, della pelletteria e dell’agrochimica/agroalimentare.
Il settore chimico-farmaceutico impiega figure professionali molto specifiche e altamente formate, che includono ricercatori e tecnici di laboratorio ma anche responsabili di produzione e addetti alla produzione, oltre a specialisti in Quality Assurance, EHS (Environment, Health & Safety) e Regulatory Affairs.
Per quanto riguarda invece i numerosissimi e iper-specifici ambiti operativi dell’industria chimico-farmaceutica, essi possono essere riassunti in tre macrocategorie principali:
- La chimica di base: finalizzata alla formulazione e produzione di prodotti chimici basilari, sia organici che inorganici.
- La chimica al servizio di altri settori industriali: per esempio deputata alla produzione di soluzioni quali colle, esplosivi, prodotti chimici per l’agroalimentare, fibre sintetiche, coloranti, vernici e smalti e via discorrendo.
- La chimica destinata ai prodotti di largo consumo: ossia prettamente focalizzata sulla produzione di cosmetici, detergenti, farmaci, integratori, preparati botanici e, più in generale, prodotti che tutti utilizziamo ogni giorno.
Il rischio di reati ambientali in ambito chimico-farmaceutico
Il rischio di reati contro l’ambiente è certamente un argomento molto sensibile per le industrie chimiche-farmaceutiche.
Non è di certo un caso che tra i casi di disastri ambientali in assoluto più noti alla cronaca, figurino quello relativo alla fuoriuscita di diossina dall’industria chimica ICMESA, in Italia; quello legato alla “fuga” dei pesticidi prodotti dalla Union Carbide e che, in India, provocò circa quattromila decessi; quello dell’inquinamento della baia giapponese di Minamata, contaminata da metilmercurio e molti altri ancora.
Di riflesso, le aziende che operano in questo delicato comparto richiedono in modo sempre più marcato assistenza e consulenza legali costanti relativamente ad ambiti molto specifici, come la gestione di rifiuti e discariche, di impianti di termovalorizzazione e incenerimento; la bonifica di siti contaminati e la gestione di scarichi e risorse idriche; la mitigazione di ogni tipo di inquinamento, incluso quello elettromagnetico; l’applicazione delle norme sull’emission trading di CO2; la valutazione di compatibilità ambientale e procedimenti relativi; la tutela della salute pubblica e persino l’audit e la due diligence.
Dopotutto, la possibilità di inquinamento dell’aria, del terreno e dell’acqua è reale, così come quella di uno smaltimento scorretto di rifiuti pericolosi (inclusi quelli radioattivi); e persino di disastro ambientale.
Per mitigare il rischio e fornire indicazioni in merito alle normative in vigore e alle buone pratiche da seguire, anche il sito web del Ministero della Salute mette a disposizione molteplici risorse da cui attingere in una sezione dedicata, denominata “Sicurezza chimica”.
Molto interessante per analizzare la gestione del rischio di reati ambientali da parte delle industrie chimico-farmaceutiche è infine il sito web di Federchimica che, nella sezione dedicata alle pubblicazioni tecniche, mette a disposizione una copiosa documentazione legata agli ambiti più diversi, come il trasporto di merci pericolose, i requisiti eco-tossicologici per le miscele chimiche e gli scarichi industriali della aziende manifatturiere; la classificazione e l’etichettatura degli agrofarmaci; e l’accordo tra Federchimica stessa e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per l’integrazione di competenze tecniche necessarie alla gestione sicura di incidenti che coinvolgono sostanze chimiche.
Le azioni del settore chimico-farmaceutico per la tutela dell’ambiente
In linea generale, qualunque organizzazione del settore chimico-farmaceutico dovrebbe operare rispettando sempre le opportune norme comportamentali e le regole di salute e sicurezza sul lavoro. Dovrebbe inoltre osservare le disposizioni specifiche per i diversi ambienti aziendali e, ovviamente, seguire le normative nazionali ed europee finalizzate a garantire processi e tecnologie progressivamente più sicuri e controllati.
In tal senso e in modo sempre più marcato, il settore – sottolinea Federchimica in questo rapporto dedicato – mette in atto comportamenti virtuosi finalizzati a un sensibile miglioramento delle performance ambientali, della sicurezza degli impianti e di utilizzo di sostanze ecocompatibili.
Tale approccio sostenibile, associato all’adeguata applicazione delle opportune procedure interne e a controlli puntuali effettuati dai preposti alla sicurezza, alla salute e all’ambiente, dovrebbe definirsi come garanzia di maggiore sicurezza non soltanto per i lavoratori, ma anche per i luoghi le comunità che li abitano.
A conferma di questo orientamento alla sostenibilità del comparto chimico-farmaceutico sono poi nate iniziative come il programma Responsible Care, presente in sessanta Paesi del mondo e al quale aderiscono già più di diecimila aziende. L’obiettivo del progetto è migliorare costantemente prodotti, processi e procedimenti al fine di contribuire allo sviluppo sostenibile dell’industria, utilizzare in modo efficiente le risorse e ridurre sensibilmente emissioni e rifiuti.
È realmente possibile che l’attuale, complessa situazione ambientale, unita ai numerosi casi di disastro ambientale o di grave inquinamento degli ecosistemi che hanno piagato la cronaca degli ultimi decenni, abbia favorito o stia favorendo questo cambiamento, facendo progredire la protezione dell’ambiente.
Settore chimico-farmaceutico e reati ambientali: è il solo ad essere a rischio?
Le aziende che operano nel settore chimico-farmaceutico non sono ovviamente le sole ad essere a rischio di commettere reati contro l’ambiente.
Infatti, qualunque organizzazione può essere ritenuta responsabile di un evento di questo genere. Prendiamo ad esempio il caso di un incendio, un incidente che può sfortunatamente verificarsi all’interno di qualunque tipo di struttura: il rischio che i fluidi di spegnimento mescolati ai residui della combustione si riversino nella falda acquifera non è affatto esclusivo delle aziende chimico-farmaceutiche. Il medesimo principio si può chiaramente applicare ad altri eventi, come ad esempio il danneggiamento di un serbatoio sotterraneo con conseguente percolamento di liquidi inquinanti nel terreno.
Ecco perché, a prescindere dal comparto industriale di riferimento, sono sempre più numerose le aziende che richiedono e beneficiano di pareri legali mirati non soltanto “ex post” ma anche nel rispetto di una filosofia di attenta prevenzione di possibili incidenti.
In tal senso, gli specialisti di Studio Legale Stella, esperti in Diritto Penale dell’Ambiente con esperienze e competenze pressoché uniche sul territorio italiano, sono a disposizione per offrire consulenze mirate che minimizzino il rischio e massimizzino la responsabilità ambientale delle organizzazioni.
Bancarotta semplice: cos’è, quando si verifica e come viene punita
Il fallimento è una condizione che sempre più società si trovano ad affrontare, a prescindere dalla loro dimensione, dal settore in cui operano o dalla posizione che occupano sul mercato.
Reati tributari: tipologie e strategie per evitarli
I reati tributari possono essere definiti come gravi violazioni della legislazione fiscale e delle leggi relative al pagamento di tasse e obblighi fiscali imposti dallo Stato.
Studio Legale Stella: supporto e assistenza in caso di bancarotta
Un recente articolo pubblicato sul noto quotidiano IlSole24Ore mette in evidenza la risalita dei fallimenti dopo un periodo di flessione durato circa un anno e mezzo.
Parere legale: ecco cos’è
Si sente spesso parlare genericamente di “parere legale”, ma non sempre si ha ben chiaro a cosa si riferisca questo tipo di consulenza professionale. In questo articolo, vogliamo quindi approfondire la questione entrando nello specifico delle definizioni e delle ragioni che rendono tale servizio di consulenza sempre più richiesto non soltanto dai privati, ma soprattutto dalle organizzazioni aziendali di qualunque livello e operanti in tutti i settori.
Il parere legale è una consulenza dedicata che viene richiesta agli specialisti del diritto in merito a questioni giuridiche. Non va considerata una semplice opinione professionale, quanto piuttosto un vero e proprio supporto – fornito in via orale o per iscritto – relativamente a materie che sono di competenza dell’avvocato.
In termini ancora più specifici, il parere legale è l’atto giuridico attraverso il quale viene espresso un giudizio; quando questo viene richiesto allo studio legale di propria fiducia, si predispone un vero e proprio documento che illustra i fatti ed espone le ragioni giuridiche con le relative conclusioni alla luce della normativa e della giurisprudenza.
Quando dovrebbe essere richiesto il parere legale
La richiesta di un parere legale non dovrebbe avvenire esclusivamente a seguito dell’avvio di un procedimento giudiziario; tale consulenza professionale, infatti, è altamente suggerita in una fase precedente, stragiudiziale, sia per valutare i possibili rischi che le eventuali condotte suggeribili.
Dal momento che il parere legale – attività fondamentale nella professione dell’avvocato, tanto da rientrare tra le prove necessarie a superare l’esame di abilitazione – ha lo scopo di fornire consigli mirati a chi non dispone delle opportune conoscenze giuridiche, esso si rivela non solo uno strumento essenziale per entrare nel merito del caso specifico, ma anche per individuare una possibile soluzione.
Come funziona un parere legale?
All’atto pratico, un parere legale si articola come una tipica consulenza professionale in fasi specifiche e sequenziali:
- il cliente illustra all’avvocato la problematica sulla quale necessita di assistenza e formula il quesito;
- l’avvocato ascolta il cliente, valuta la problematica esposta e riconduce il caso a una casistica generale prevista dalla legislazione in vigore e affrontata dalla giurisprudenza;
- l’avvocato individua le norme giuridiche specifiche che è possibile applicare al caso concreto e procede alla loro analisi utilizzando una terminologia semplice, chiara e comprensibile;
- l’avvocato individua i precedenti giurisprudenziali relativi a vicende analoghe ed illustra al proprio cliente i principi espressi nelle relative sentenze;
- l’avvocato espone infine all’assistito le proprie conclusioni rispetto al quesito formulato.
Per quanto riguarda le tempistiche del parere legale, esse naturalmente dipendono dalla complessità del caso oltre che dall’ambito giuridico.
Chi può fornire un parere legale?
Il parere legale può essere fornito solo da professionisti iscritti all’Ordine degli Avvocati e da giuristi di comprovata esperienza.
E’ dunque fondamentale affidarsi a studi legali con adeguata expertise nell’ambito specifico al caso concreto; in tal modo, l’assistito sarà certo di ricevere supporto adeguato, puntuale, aggiornato e di alta qualità.
Studio Legale Stella: il punto di riferimento per i pareri legali
Leader nel Diritto Penale d’Impresa, Studio Legale Stella è consulente di aziende, manager di organizzazioni di diversi settori e livelli, Pubbliche Amministrazioni, che desiderano ottenere pareri legali mirati, puntuali ed efficaci.
Specializzato in assistenza legale, giudiziale e stragiudiziale, nelle aree del Diritto Penale dell’Ambiente, della Sicurezza sul Lavoro, Tributario, Societario e Fallimentare, lo Studio mette a disposizione un team di professionisti competenti e preparati che supportano i propri clienti in modo dedicato e continuativo nella risoluzione di problematiche anche molto complesse.
L’approfondito know-how maturato non soltanto in ambito legale, ma anche sugli aspetti connessi alle discipline tecnico-scientifiche, ci rende partner affidabili di aziende, organizzazioni e multinazionali consapevoli del valore incalcolabile di un’assistenza specialistica continua.
Grazie a una filosofia da sempre orientata all’eccellenza – dei singoli professionisti, del team nel suo complesso, degli approcci, delle soluzioni e delle competenze – Studio Legale Stella interpreta al meglio le aspettative di ogni cliente e assicura vicinanza professionale assoluta e tutela chiara e trasparente sia in ambito giudiziale che stragiudiziale.
Entra in contatto con i nostri specialisti per ricevere subito un parere legale mirato.